• Presentazione dell'Opera

Filosofia. Storia parole temi

Riportiamo qui la presentazione complessiva dell'opera che Giovanni Fornero ha appositamente scritto per l'edizione pubblicata dal «Corriere della Sera» in collaborazione con Utet.

Presentazione dell'Opera

La filosofia è morta? In realtà è lo stesso panorama culturale odierno ad aver smentito le previsioni di quanti, nel secolo scorso, avevano ritenuto che la disciplina di Socrate, insidiata dalle scienze, dalla società tecnologica, dalla politica, dal diritto, dall'arte, dalla religione ecc. avrebbe visto decrescere progressivamente i suoi specifici spazi di discorso, sin quasi a scomparire.

Infatti – a conferma del fatto che la filosofia sopravvive sempre a coloro che in modo azzardato ne hanno proclamato la fine – è possibile constatare come lo sviluppo delle scienze e della società tecnologica e come l'articolarsi delle problematiche politiche, giuridiche, artistiche, teologiche ecc., invece di "mandare in pensione" l'indagine filosofica, abbiano finito per aumentarne la vitalità e per moltiplicare il numero dei suoi problemi, rendendola, per certi aspetti, ancora più indispensabile. Soprattutto in rapporto ai temi in cui ne va del senso del nostro essere e del nostro agire e che hanno quindi a che fare con l'autocomprensione e autoprogettazione stessa dell'uomo.

Pagina pubblicitaria di
Filosofia. Storia parole temi

Dalle discussioni sulla globalizzazione a quelle sui nuovi diritti; dalle analisi sul rapporto uomo-Dio nelle società secolarizzate a quelle sulle influenze dei media; dalle riflessioni sull'intelligenza artificiale a quelle sui concetti di democrazia, uguaglianza e pluralismo; dalle dispute sulle questioni bioetiche di inizio e fine vita a quelle sul potenziamento dell'uomo ecc., appare ormai chiaro come ogni discorso di fondo sulle realtà più scottanti del mondo contemporaneo non possa fare a meno di incontrarsi o scontrarsi con determinati problemi e concetti di natura filosofica. In particolare, si può riscontrare come le varie scienze, anziché sostituire o rendere inutile la filosofia (secondo una convinzione di matrice positivistica) suscitino esse stesse nuovi e inaggirabili interrogativi filosofici.

Del resto sono proprio gli uomini del nostro tempo – presi fra i mille problemi della pace, della guerra, dello sviluppo economico, della libertà, della giustizia, della felicità, dell'"uso" del sapere, del significato da dare alla vita e alla morte – che si interrogano spontaneamente "dal basso" su talune questioni di natura filosofica, attestando un diffuso "bisogno di filosofia" e confermando come «non ci sarebbe la filosofia dei filosofi se l'uomo non fosse condotto a filosofare dalla sua vita stessa di uomo» (N. Abbagnano).

Certo il pregiudizio della filosofia come qualcosa di astruso e di lontano dalla vita è duro a morire. Tuttavia non bisogna dimenticare che c'è un senso – ed è un senso assai antico – in cui il filosofare si identifica con l'esistenza stessa dell'uomo e in cui, come voleva Platone, non si può essere uomini senza essere in qualche modo filosofi. Tanto più che: «Ogni uomo vive in una cultura, in un certo tipo o forma di civiltà, e partecipa agli usi, ai costumi, alle credenze che la costituiscono. E usi, costumi, credenze, delineano nel loro insieme un atteggiamento di fronte al mondo che a sua volta obbedisce a una visione complessiva del mondo stesso» (N. Abbagnano).

Secondo questa prospettiva, la filosofia non è un lusso, bensì una necessità. Se in quanto animali non possiamo fare a meno di respirare e nutrirci, così, in quanto animali razionali, non possiamo fare a meno di riflettere e di filosofare. A rigore, il celebre detto latino primum vivere, deinde philosophari (prima vivere, poi filosofare) risulta semplicistico. Infatti, se per "vita" non si intende quella puramente biologica (nutrirsi, bere, dormire ecc.) ma quella propriamente umana e sociale, vivere è già filosofare: «filosofare significa per l'uomo, in primo luogo, affrontare ad occhi aperti il proprio destino e porsi chiaramente i problemi che risultano dal proprio rapporto con se stessi, con gli altri uomini e col mondo» (N. Abbagnano). Come ritenevano i Greci, la filosofia nasce come vita "da svegli" e si basa sull'idea secondo cui non è possibile vivere senza assumersi la fatica "socratica" di riflettere criticamente sulla vita.

Oltre che ripercussioni teoriche, la filosofia ha inevitabili ricadute "pratiche", che in certi casi sono maggiori di quanto ordinariamente si ritiene. Per limitarci a qualche esempio, se oggi viviamo in società nelle quali – a differenza di quanto avveniva nel passato e accade tuttora in certi paesi – vige quel bene prezioso che l'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo chiama «diritto alla libertà di opinione e di espressione» è anche per l'apporto dei filosofi moderni e delle loro elaborazioni circa l'idea di tolleranza. Analogamente, come ha osservato Norberto Bobbio, le tre grandi ideologie politiche (liberalismo, democrazia e socialismo) che hanno condizionato in profondità il mondo moderno – il quale senza di esse non sarebbe quello che è – hanno le loro matrici teoriche nel pensiero di filosofi come Locke, Rousseau e Marx.

Niente di più falso, quindi, della scherzosa battuta secondo cui «la filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale il mondo rimane tale e quale». Al contrario, si dovrebbe dire, con più verosimiglianza, che da filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale il mondo non rimane affatto tale e quale». Contestualmente, non è possibile sostenere, come affermava Hegel, che la filosofia giunge sempre al crepuscolo, ossia "a cose fatte", limitandosi a riflettere su quanto è già accaduto. Al contrario, essa è parte costitutiva del farsi della storia del mondo e i filosofi hanno spesso anticipato idee e modi di vita che si sono storicamente affermati decenni o secoli dopo.

Per queste caratteristiche e per la sua rinnovata capacità di fungere da disciplina in cui si dibattono i grandi temi che riguardano la nostra vita e il nostro sapere la filosofia risulta quindi "attuale" e per molti aspetti "inevitabile". Soprattutto in una realtà planetaria problematica e complessa come la nostra, che pone una serie di sfide intellettuali ed esistenziali di inedita portata.

In sintonia con queste idee-guida, Corriere della Sera e Utet presentano al pubblico tre autentici "monumenti" della cultura filosofica italiana: la Storia della filosofia e il Dizionario di filosofia di Abbagnano – con i connessi aggiornamenti – e La filosofia curata da Paolo Rossi.

Pagina pubblicitaria di
Filosofia. Storia parole temi

La Storia della filosofia è nata su sollecitazione di Carlo Verde, un professore di filosofia divenuto direttore della Utet. Apparsa in prima edizione fra il 1946 e il 1950, su di essa si sono formate generazioni di studenti e di studiosi. Caratterizzata soprattutto dalla accuratezza dell'informazione e dalla chiarezza espositiva, essa ha ricevuto numerosi apprezzamenti ed è stata considerata da molti la migliore esposizione complessiva degli sviluppi del pensiero filosofico esistente in Italia e fra le migliori a livello internazionale (fra i suoi estimatori figura anche il filosofo e logico statunitense Quine).

Nel 1991-1994, per volontà del Maestro e in sintonia con le sue direttive, chi scrive ha curato gli aggiornamenti relativi alla filosofia contemporanea.

Anche il Dizionario di filosofia di Abbagnano (1961) ha avuto notevole fortuna e ha trovato apprezzamenti di rilievo. Emblematici i giudizi di Eugenio Garin e Norberto Bobbio. Il primo scriveva: «È probabile che il Dizionario di filosofia di Nicola Abbagnano sia destinato ad affermarsi col tempo fra le opere di maggior respiro uscite in questo campo di studi, in Italia, dalla fine della guerra in poi: è certo una delle più rigorose, delle più coerenti, delle più ricche». A sua volta Bobbio osservava: «In quelle mille pagine è concentrato in definizioni ed esempi il pensiero filosofico di duemila anni, da Platone a Wittgenstein. Ogni voce, anche la più piccola, è un invito e un aiuto a capire la filosofia; le voci più complesse, come conoscenza, Dio, essere, esperienza, filosofia, natura, possibile, religione, storia, tempo, volontà, sono trattatelli in nuce, piccole summe di una dottrina tanto bene assimilata da essere diventata essenziale. […] Per chi voglia entrare nel recinto della filosofia questo dizionario è un vestibolo quasi obbligato». Nel 1998 è stato aggiornato anche il Dizionario, con la collaborazione di un'equipe di studiosi.

Nella presente edizione i volumi della Storia e del Dizionario sono preceduti da alcune brevi introduzioni o "tracce di lettura" – appositamente redatte per questa iniziativa – che fungono da esposizione sintetica e da preliminare messa a fuoco dei principali argomenti trattati.

La filosofia (1995) a cura di Paolo Rossi, illustre storico delle idee e della scienza, viene denominata dal suo curatore un "Trattato di filosofia". Espressione, quest'ultima, che potrebbe far pensare a un'opera organica e unitaria. In realtà, spiega Rossi, oggi per costruire un trattato bisogna liberarsi dalla ossessione della reductio ad unum e partire dalla impossibilità di un quadro monolitico e coerente. Nel contempo si deve rinunciare a ogni velleità di un "coordinamento forte", facendo spazio alle esigenze interpretative della filosofia. Con la precisazione che un lavoro di questo tipo, pur non prescindendo dalla dimensione storica, è qualcosa di differente da un manuale di storia della filosofia e si configura piuttosto come un'esposizione per temi, problemi e correnti. Tant'è che in una lettera a Rossi del 16 giugno 1988, citando tra virgolette un'espressione di Abbagnano, la casa editrice torinese affermava che lo scopo dell'opera doveva essere quello «di offrire un vasto e articolato quadro complessivo delle "possibilità di filosofare", realizzando un'efficace e vasta sintesi rispondente a finalità di elevata divulgazione». Per attuare questi obiettivi, ci si è avvalsi di un cospicuo gruppo di accreditati studiosi – alcuni dei quali noti anche all'estero – che hanno delineato una serie di incisivi affreschi sulle filosofie speciali, sui rapporti della filosofia con le scienze, sulle tradizionali partizioni disciplinari della filosofia e sui grandi modelli teorici del Novecento.

La presente iniziativa – in cui per la prima volta vengono pubblicati insieme i volumi di Abbagnano, quelli curati dal sottoscritto e quelli curati da Rossi – offre quindi uno sguardo a 360 gradi sulla filosofia occidentale, in grado di fornire una panoramica rigorosa, ma accessibile anche ai non specialisti, di questa disciplina.

Come appare dal piano dell'opera, notevole spazio occupano le filosofie del ventesimo secolo. E ciò nella convinzione che si comprende meglio la storia del Novecento se si conosce anche la filosofia del Novecento. Infatti, se è vero che ogni filosofia è la filosofia della sua età, è altrettanto vero che ogni età ha la sue filosofie, le quali, se da un lato sono condizionate dalle vicende storiche, dall'altro condizionano esse stesse tali vicende, influendo sulla politica, sul diritto, sulla religione, sull'arte, sulla letteratura ecc. del loro tempo. Analogamente, si comprendono meglio le cronache filosofiche dei nostri giorni se si conosce il pensiero del secolo scorso.

In sintesi, come sempre accade, anche in filosofia si impone la necessità di studiare il passato per capire il presente e guardare in modo critico al futuro.