«La Gazzetta di Parma»
21 maggio 2010

Bioetica: che cosa divide laici e cattolici

di Monica Tiezzi

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Articolo di Monica
Tiezzi

Cosa unisce cattolici e laici nel dibattito sulla bioetica? E che cosa invece li divide?

Se ne parlerà domani mattina alle 9 nell'auditorium del Carmine, in via Duse 1, al sesto incontro organizzato dal Centro di bioetica «Luigi Mingone», relatori Giovanni Fornero, filosofo, scrittore e bioeticista di impronta laica (autore di Bioetica cattolica e bioetica laica, B. Mondadori) e Michele Aramini, sacerdote, scrittore, teologo morale (insegna alla Cattolica di Milano) e anch'egli bioeticista. Modererà l'incontro Alberto Siclari, direttore del Dipartimento di filosofia all'Università di Parma.

«La differenza fondamentale fra la bioetica laica e quella cattolica ufficiale, ossia quella che si desume dai documenti della Chiesa, è la disponibilità o meno della vita umana – spiega Giovanni Fornero, preannunciando il tema del suo intervento di domani –. Per i cattolici la vita umana è indisponibile, perché dono di Dio e quindi sacra. Il laico insiste invece sulla disponibilità della vita, sul diritto che ciascuno ha di decidere della propria esistenza. Questo spiega tutte le altre differenze e le differenti posizioni, ad esempio, sull'eutanasia, sull'aborto, sul testamento biologico».

«C'è qualcosa di diverso e di più che ci divide – risponde indirettamente Michele Aramini –. C'è in ballo una concezione della persona umana che si tenta di modificare, anche dal punto di vista filosofico, instaurando una concezione di libertà come autodeterminazione, dalla quale consegue una richiesta continua di diritti sempre nuovi. Ma se si deve rispettare la giustizia, e questo è un tema che condividiamo con i laici, allora l'autonomia personale deve avere qualche limite. Facciamo l'esempio delle risorse per la spesa sanitaria, che non sono infinite: a volte occorre limitare i propri desideri e tenere conto delle priorità. Non si può dire: "Io faccio come credo", se un medico sostiene che un paziente ha solo bisogno di cure palliative, mentre il malato o i suoi familiari insistono per avere o sperimentare terapie. C'è poi il problema della protezione dei più deboli. Ad esempio nel testamento biologico si lascia al singolo la facoltà di autodifendersi: ma la maggior parte della gente non sa come autodifendersi».

Su un punto però entrambi i relatori sembrano d'accordo: le polemiche non servono, occorre spiegare bene le proprie posizioni e cercare di capire anche i punti di vista che non si condividono.

«Per la bioetica, a livello di princìpi, l'accordo si presenta problematico, ma i valori comuni fra laici e cattolici come la tutela della dignità della persona, la libertà e l'uguaglianza, che sono i princìpi alla base della Costituzione, possono rendere possibile, se non l'intesa, il dialogo – dice Fornero –. Io insisto che una qualche forma di accordo dobbiamo cercarla. Siamo una società pluralista e democratica. Se i princìpi etici non sono suscettibili di compromesso, bisogna spostare la contrattazione sul piano pratico e politico».