«Il Venerdì di Repubblica»
n. 942 - 7 aprile 2006

Da Seneca a Tettamanzi, a ognuno la sua bioetica

di Corrado Augias

Il titolo già mette sull'avviso e fa da guida: Bioetica cattolica e bioetica laica (Bruno Mondadori). L'autore è Giovanni Fornero, allievo di Nicola Abbagnano. Preciso il dato perché, dal suo maestro, Fornero ha preso onestà d'intelletto e chiarezza espositiva. Il libro è una lettura indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi a un argomento che costituisce una vera linea di discrimine nel senso che cercherò di riassumere. Intanto la parola: «bioetica»; è un recente termine, coniato negli anni Settanta da un cancerologo statunitense fondendo due parole greche bios (vita) e ethos (morale), dunque morale, moralità del sapere biologico applicato a un sistema di valori umani. Nella dicotomia suggerita dal titolo, il libro ricostruire con esemplare e documentatissima onestà una delle principali controversie contemporanee: il punto di vista cattolico che punta sulla sacralità della vita e quello laico che privilegia la qualità della medesima rifacendosi, ricorda l'autore, a una tesi di Aristotele, ripresa da Seneca, secondo la quale «non enim vivere bonum est, sed bene vivere», non è un bene il vivere, ma vivere bene.

Così netta la distinzione tra le due teorie da portare a conclusioni che, almeno sul piano teorico, restano inconciliabili, come dimostrano i temi di eutanasia e suicidio. Il nono capitolo, che vi è dedicato, si apre con citazioni d'autore. Il cardinale Tettamanzi: «La vita e la morte appartengono al Signore … Lui solo ne può disporre». Il professor Demetrio Neri: «Fino a che punto possiamo spingerci sulla strada dell'autonomia? … Fino a riprendere nelle nostre mani il comando su ciò che accade al nostro corpo e alla nostra vita». Segue un'esemplare ricostruzione storico-filologica. Da Platone («Noi uomini siamo proprietà degli dèi») al «laico» Kant («L'umanità nella persona di ciascuno è inviolabile»). Accanto però, l'autore pone anche il punto di vista laico (tutto il libro rappresenta una rivalutazione di correnti laiche in genere trascurate) dove troviamo anche esponenti cattolici-laici. Per esempio il teologo dissidente H. Küng: «Con la libertà Dio ha dato all'uomo anche il diritto alla totale autodeterminazione, che non significa arbitrio, ma libertà di coscienza». O Seneca: «Dovrei aspettare la crudeltà d'una malattia o di un uomo quando posso andarmene sfuggendo ai tormenti e alle avversità?»